Diversamente dallo stretching classico, che prevede l'allungamento di un singolo gruppo di muscoli (allungamento muscolare distrettuale), la tecnica dello stretching globale attivo si basa sull'allungamento delle catene muscolari.
La fascia connettivale fa si che i muscoli siano in realtà strutturati in lunghe catene muscolari. La lunghezza (l'elasticità) di ogni singolo muscolo è strettamente legata a quella di tutti i muscoli appartenenti alla stessa catena. Allungare solo una parte della catena muscolare può facilmente comportare l'accorciamento della parte restante della catena che, in questo modo, evita di variare la sua lunghezza totale. Così, per esempio, allungando in maniera distrettuale i muscoli posteriori degli arti inferiori rischiamo di accorciare i muscoli della schiena appartenenti alla stessa catena muscolare. Stessa cosa potrà accadere allungando i muscoli della parte lombare a danno dei muscoli della zona cervicale.
L'allungamento delle intere catene muscolo-fasciali corporee consente quindi una maggiore efficacia ma, allo stesso tempo, richiede un apprendimento e un'applicazione precisa della tecnica. La tecnica dello stretching globale attivo consiste nel mantenere, per alcuni minuti specifiche posture, facendo ben attenzione a eliminare in maniera attiva tutti i compensi, così da consentire l'allungamento stabile (deformazione elastica) dell'intera catena muscolare interessata. Inoltre questa tecnica facilita il rinforzo dei muscoli antagonisti a quelli allungati sia tramite l'attivazione degli organi muscolo-tendinei del Golgi (riflesso miotatico inverso) dei muscoli allungati sia per il necessario utilizzo attivo dei muscoli antagonisti nell'eliminazione dei compensi posturali durante l'esecuzione della tecnica stessa, sia per la migliorata fisiologia muscolare e articolare ottenuta tramite l'azione meccanica a livello della fascia connettivale.
Per tutti questi motivi tale tipo di allungamento muscolare viene anche definito "globale attivo decompensato". Inoltre, poichè è in grado di incidere profondamente sull'intera postura, viene anche definito "stretching posturale".
La complessità e l'incisività di questa metodologia richiede un apprendimento guidato professionalmente prima di poterla eseguire in maniera autonoma. A scopo terapeutico lo stretching globale va effettuato con un terapista specializzato o con un consulente tecnico laureato in Scienze Motorie specializzato in chinesiologia e posturologia.
Questa metodologia di stretching globale è solitamente associata a specifici esercizi di stretching isometrico eccentrico (tecniche PNF) ed è in grado di ripristinare un corretto assetto posturale, in special modo in sinergia con l'applicazione di sistemi ergonomici personalizzati (all'interno di un programma di rieducazione posturale) e l'utilizzo di specifici massaggi, mobilizzazioni articolari e rieducazione motoria. In ambito terapeutico lo stretcjhing globale attivo può essere abbinato anche alla fisioterapia strumentale.
Dobbiamo all'intuito e alle capacità della fisioterapista francese Fraincoise Mezieres la nascita di questo innovativo ed evoluto concetto di allungamento muscolare.
Da Mezieres in poi il concetto di stretching è completamente cambiato e sono nate varie metodiche che hanno come fondamento la sua tecnica e i suoi principi. E' il caso, ad esempio, della Rieducazione Posturale Globale (RPG) di Ph. E. Souchard, dell'Antiginnastica di T. Bertherat e del metodo di L. Bertelè; tutti e tre allievi di Mezieres. La Pancafit di D. Raggi, utilizzata in Italia in molte palestre, è una panca che agevola l'ottenimento delle posture di Mezieres.
Concentrazione, gradualità, costanza, sensibilità propriocettiva, conoscenza e controllo del proprio corpo, respirazione rilassata e addominale e, non per ultima, corretta alimentazione, sono fattori indispensabili per un buon allungamento muscolare. Un buon allungamento muscolare è fondamentale per la salute dell'intero organismo. Non solo, lo stretching è determinate anche nel rinforzo muscolare ed è pertanto indispensabile all'interno di un corretta programma di esercizio fisico.
Diversità di carico sui dischi intervertebrali